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LUISA VALENTINI

Il tema centrale della ricerca di Luisa Valentini è orientata sul confronto tra la forza generativa della natura e l’analisi delle sue molteplici forme; ed è il metallo, in particolare, il materiale da lei più usato per espressioni che sono spesso di notevoli dimensioni.
Nonostante la robustezza, il peso, la forza della materia emerge, sensibilmente si avverte, una sorta di levità, di leggerezza che si fa presenza nelle giustapposizioni, nella modulazione della forma delineata. La leggerezza, la levità fanno parte determinante del pensiero e del lavoro della Valentini, riferimenti che contengono però una implicita forza tutta interiore. Luisa Valentini crede che “l’artista...si adoperi come una canna d’organo, attraversata dal soffio
divino, in una connessione intima e profonda con l’inconscio collettivo e con il mondo dell’invisibile. Egli sente, egli vede...e, proprio per questo, ha la precisa responsabilità di farsi tramite e dono.” E ci parla dell’ “anima profonda” dell’artista, dell’ “alchimia di una trasmutazione di un’esperienza in un qualcosa di simbolico che esiste e che indica
l’ineffabile” portando con sé “il carico dell’assoluto e dell’infinito” (Lucrezia De Domizio Durini). È questo un pensiero lucido, molto concentrato che ritroviamo nelle opere presenti in mostra, in questo caso lavorate con materiali leggeri: carta, stoffa, resina, PVC,
ceramica e dove il colore bianco assume rilievo e si fa presenza. A ribadire un concetto di fondo anche i titoli delle opere sono evocativi di un pensiero: così i Trifidi -1997-2017-, Rosa Bianca III -1995-, Piuma Bianca I -2024-, Frammenti -2005-2023-, Soffio -2007-2021-,
assumono significati che partono da lontano, percorrono anni di ricerca e impegno e si fanno, oggi, protagonisti discreti, gentili direi, di una forza naturale tradotta in artificio simbolico. E il colore bianco che, nel significato, allude alla purezza, alla pace, all’inizio di un
qualcosa, ma anche può suggerire libertà e ordine è come indicatore di un percorso di luce, di rigenerazione e speranza. C’è una sorta di misticismo che affiora, una valenza panica, primigenia che contiene una forza intrinseca così come nell’immaginario, nella tradizione
umana, l’anima è pensata bianca, chiara, quasi trasparente; e leggera. Il percorso di Luisa Valentini tende alla bellezza, all’equilibrio -concetti assoluti- in cui anche i numeri, la geometria -più invisibili che visibili- si fanno sostanza e presenza.

A cura di Alessandro Abrate
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